Leggo Oriana Fallaci da sempre, è tra i miei autori preferiti e ho sempre nutrito smisurata stima per le sue battaglie e per il suo andare controcorrente. Ricordo ancora quando, dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, lessi o meglio divorai “La rabbia e l’orgoglio”. E poi “La forza della ragione” e “Oriana Fallaci intervista sé stessa”. Li ritengo autentici capolavori.
Nonostante tutto però penso che leggerla ora, collegandola a quanto accaduto a Parigi la sera del 13 novembre, sia antistorico oltre che superficiale. Anzi, oso ritenere che se lei fosse ancora viva non sarebbe certo orgogliosa dei tantissimi che adesso la usano per sfogare il loro odio contro il mondo islamico e gli immigrati.
Siamo proprio un Paese di bandieruole e voltagabbana, come spesso affermava con tristezza nei suoi scritti.
Davvero troppo facile e scontato leggere Oriana Fallaci dopo i fatti di Parigi. Come al solito ci si appropria di un simbolo per giudicare il reale.