Per la prima volta dopo cinque anni ad Aleppo si è celebrata la tradizionale messa di Natale, presso la chiesa maronita di Sant’Elia, dopo la liberazione dai ribelli che ne avevano obbligato la chiusura. Una parte del tetto della chiesa e le panche in legno sono state distrutte dai bombardamenti ma i fedeli hanno potuto riunirsi all’interno e partecipare alla funzione seduti su sedie di plastica, insieme ad alcuni mussulmani con cui hanno intonato canti di Natale in arabo, inglese e francese.
Fa effetto vedere le foto della chiesa col tetto crollato, come fosse il simbolo di una Siria lacerata e dilaniata. Ma ancora viva.
Penso colpiscano alcune cose…in particolare la stella che sembra accompagnare i fedeli oltre le macerie. E lo squarcio nel tetto, come a unire indissolubilmente Cielo e Terra in un abbraccio. E mi fa anche un po’ provare vergogna verso me stesso e la nostra società occidentale quella minoranza cristiana del Medio Oriente costantemente sotto attacco, ma nonostante tutto serena e determinata nel difendere la propria fede in Gesù Cristo, a costo di mettere a rischio la propria vita.
Forse, al di là di tutto, dovremmo ritrovare quella semplicità e quella purezza, abbandonando le logiche materialiste del consumo che ha colonizzato anche il vero Natale, per ritrovare quelle di un Dio che si è fatto bambino per essere semplicemente accolto e amato.
Speriamo che sia davvero finita….
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Speriamo che il desiderio di pace possa prevalere su ogni forma di odio, rancore e vendetta… e speriamo soprattutto che l’Occidente stia alla larga dalla (speriamo prossima) ricostruzione siriana. Un caro saluto 🙂
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