Oggi va di moda possedere un’idea piuttosto che custodirla, catalogarla piuttosto che coltivarla. Nella società dell’immediatezza è sintomatico ritrovarsi con un’idea preconfezionata, e la tentazione di farsi risucchiare dai meccanismi della propaganda è davvero molto forte.
È l’idea di comodo, quella che giustifica ogni pensiero e azione, anche il più meschino e superficiale, perché resta ferma nei suoi principi e nel suo non evolvere verso un punto di vista costruttivo, che cerchi quantomeno di incontrare l’altrui pensiero. È l’idea che vive in contrapposizione con la sua idea opposta, nella perenne lotta fondata sull’assenza di contenuti e su dogmi di pensiero fittizi e manipolatori.
Da questo vuoto di pensiero scaturisce l’ideologia, con la sua viscerale necessità di trovare a tutti i costi il nemico da combattere, da annientare o da redimere. E l’ideologia porta con sé i suoi valori, impregnati di istintiva emozionalità e astrazione simbolica. Finte chimere e idoli che rendono i seguaci dell’una e dell’altra idea identici e speculari, nel riflettere la propria immagine sul nemico.
Oggi c’è tanto bisogno di testimoni. Costruttori di idee, coraggiosi e pazienti, che non si fermino dinanzi alle prime difficoltà, muri, recinti e barriere. Ma che invece cerchino di andare oltre, varcando la soglia del pregiudizio, vivendo per la verità senza la presunzione di sentirsene i portatori.
Perché la verità non si può afferrare. La verità è libera dalle nostre idee e si può soltanto desiderare… se alzi lo sguardo potrai vederla librare come una colomba.
Cisgiordania, foto scattata due anni fa, a pochi metri dal fiume Giordano. Una colomba vola sopra le nostre teste e sembra dirigersi verso due giovani militari israeliani, di guardia al confine con la Giordania…