“Costruire e custodire”, due attitudini che hanno trovato il loro massimo splendore in quell’epoca che oggi il senso comune tende ideologicamente ad etichettare quale retrograda e buia, il Medioevo.
Un’epoca che invece con le sue cattedrali ha lasciato un’impronta di eternità, vivida testimonianza di una bellezza che non potrà mai svanire.
Oggi un terribile grido ricorda al mondo intero che il futuro poggia le fondamenta sulla memoria della propria identità. Ma è anche un grido di speranza che scuote le coscienze di tutti, ridestando i nostri cuori assuefatti, perché torniamo a costruire e custodire, per riscoprire il nostro essere, le nostre radici, il nostro avvenire.
Un grido che in questa Settimana Santa ci invita a diventare una luce nella notte, riflessi e testimoni di Colui che è Risorto e ha vinto la morte per sempre.